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Bisogna che il Sacro Cuore di Gesù Regni in Europa e nel Mondo




Carissimi amici e lettori,

la devozione al Sacro Cuore di Gesù si ebbe  nel XVII secolo, prima ad opera di Giovanni Eudes (1601-1680), poi grazie alle rivelazioni private della visitandina Margherita Maria Alacoque, propagate da padre Claude La Colombière (1641-1682) e dai confratelli della Compagnia di Gesù.

Alla fine del secolo XVII, l’Europa era sotto il giogo del protestantesimo, che, anche se ostacolato dalla Contro-Riforma, diffondeva comunque le sue eresie e cominciava a corrompere gli spiriti, che si allontanavano dalla Chiesa. Per contrastare questi pericoli che incombevano, il Sacro Cuore apparve a santa Margherita Maria Alacoque, facendole delle rivelazioni.

I messaggi del Sacro Cuore di Gesù a Santa Margherita Maria erano indirizzati al re Luigi XIV di Francia, detto il “Re Sole”, ma con una particolare richiesta: la consacrazione del Re e della Francia al suo Sacro Cuore, con i privilegi che questa devozione avrebbe ottenuto, irradiando di benedizioni la società monarchica.

“Fa’ sapere al figlio primogenito del mio Sacro Cuore che, come la sua nascita temporale fu ottenuta grazie alla devozione ai meriti della mia santa Infanzia, così la sua nascita alla grazia e alla gloria eterna verrà ottenuta mediante la consacrazione che egli farà di se stesso al mio adorabile Cuore, che vuole trionfare sul suo e, mediante questo, sui cuori dei grandi della terra”.

“Il Sacro Cuore vuole regnare nella sua reggia, essere raffigurato sui suoi stendardi e inciso sulle sue armi, per renderle vittoriose su tutti i suoi nemici, abbattendo ai suoi piedi le teste orgogliose e superbe, per farlo trionfare su tutti i nemici della Chiesa”.

“Il Sacro Cuore desidera entrare con pompa e magnificenza nei palazzi dei prìncipi e dei Re, per esservi oggi onorato tanto quanto venne oltraggiato, umiliato e disprezzato durante la sua Passione. Egli desidera di vedere i grandi della terra tanto abbassati e umiliati ai suoi piedi, quanto allora venne annichilito”.

La consacrazione richiesta da Nostro Signore Gesù al Re non si realizzò e un secolo dopo, la Rivoluzione francese avanzò velocemente, abbattendo la monarchia e muovendo persecuzioni alla Chiesa e al Santo Padre. Dopo la morte del Re Luigi XIV la Francia iniziò la sua inarrestabile discesa, con ripercussioni sull’Europa cristiana, oramai alla deriva.

Durante la prima Guerra mondiale furono esibite oltre tredici milioni di bandiere e i soldati francesi indossarono i gagliardetti che riportavano il Sacro Cuore di Gesù con la dicitura “espoir et salut de la France”, speranza e salvezza di Francia. La portata di tale evento indispose talmente il governo laicista, che vietò la consacrazione dei singoli soldati al Sacro Cuore e la diffusione dei rispettivi simboli religiosi.
La beata Maria del Divin Cuore, contessa Droste zu Vischering ispirata da Dio, invitò il Papa Leone XIII a promulgare l'enciclica Annum Sacrum, con cui si realizzava la consacrazione del genere umano al Sacro Cuore di Gesù. Altre due encicliche contribuirono alla diffusione della devozione: la Miserentissimus Redemptor di Pio XI e l'enciclica Haurietis Aquas di Pio XII. 

Viviamo in un’epoca di grande bisogno di Dio, di fede, di speranza e di amore. Il nostro tempo presenta molte sfide per la nostra fede, per le nostre famiglie e, in effetti, per il profondo della nostra umanità. Nella solennità esterna del Corpus Domini, Domenica 22 Giugno il Primate di tutta l’Irlanda, mons. Eamon Martin, arcivescovo di Armagh, riconsacrerà la nazione irlandese al Sacro Cuore di Gesù, speriamo che altri vescovi incoraggiati da tale iniziativa consacrino le loro Diocesi le proprie nazioni al Sacro Cuore. 

"Se vuoi ottenere la pace vera bisogna che Cristo regni".

I nostri governanti dovrebbero prendere a esempio l'eroico martire della fede il presidente Gabriel Garcìa Moreno (1821-1875), che fu presidente della Repubblica ecuadoriana per ben due volte, dal 1861 al 1865 e dal 1869 fino al suo assassinio avvenuto il 6 agosto 1875, durante il suo secondo mandato, per mano dei sicari della Massoneria. Allora lo ricordiamo qui, quel presidente. Sì, perché non si tratta di un presidente qualsiasi, bensì dell’unico che sia riuscito a introdurre come Preambolo nella Costituzione del suo Paese l’Atto di Consacrazione al Sacro Cuore di Gesù.
Nel 1985, papa Giovanni Paolo II visitando l’Ecuador volle rinnovare quella stessa Consacrazione, la formula usata da papa Wojtyla fu proprio quella del 25 marzo 1874, pronunziata a suo tempo dall’allora arcivescovo di Quito, monsignor José Ignacio Checa. Ve l’immaginate, nel secolo delle rivoluzioni liberali, una Repubblica Democratica col Sacro Cuore campeggiante nella Costituzione? Intollerabile per i “lumi” e i “patrioti” di tutto il mondo conosciuto. Infatti, Moreno venne barbaramente assassinato il 6 agosto dell’anno seguente, a pugnalate, mentre usciva dalla messa nella cattedrale (messa cui usava assistere ogni mattina all’alba prima di andare al lavoro). L’arcivescovo Checa lo seguì due anni dopo, ingerendo nel Venerdì Santo un’ostia consacrata che qualcuno aveva provveduto ad avvelenare.

La Spagna è sempre stata terra prediletta del Sacro Cuore.
solo nel 1914, a mano a mano che si moltiplicavano le intronizzazioni del Sacro Cuore nelle case spagnole, il giornalista Ramón García Rodrigo de Nocedal coordinò i precedenti sforzi di Padre José María Rubio e di Padre Mateo Crawley per promuovere un’iniziativa di intronizzazione nazionale al Sacro Cuore, la cui celebrazione fu organizzata al Cerro de los Ángeles per la sua simbolicità come centro geografico della penisola. Migliaia di persone collaborarono alla raccolta di fondi per il progetto, che fu a carico dell’architetto Carlos Maura e dello scultore Aniceto Marinas. Il 30 giugno 1916 venne posata la prima pietra del colossale monumento, che misura 28 metri d’altezza per 13,5 di larghezza e 16 di profondità. Per l’inaugurazione fu fissata la data del 30 maggio 1919. La famiglia reale, il Governo di Maura al completo e migliaia di cittadini parteciparono alla Messa e alla successiva esposizione del Santissimo, durante la quale il Re Alfonso XIII, in piedi di fronte all’ostensorio, lesse con voce ferma la formula della consacrazione.

Con essa riconosceva che il Sacro Cuore era la “via sicura che conduce al possesso della Vita Eterna” , e chiedeva che regnasse “nei cuori degli uomini, nel grembo delle famiglie, nelle intelligenze dei sapienti, nelle aule della scienza e delle lettere e nelle nostre leggi e istituzioni” . Esprimeva anche la sua risoluzione di consacrarGli “le nostre vite, chiedendoGLi come premio di morire nella sicurezza del Suo amore e nel grembo del Suo adorabile Cuore”.

Tutti i quotidiani nazionali fecero eco alla notizia della consacrazione, che fu accolta in diversi modi dalla società spagnola, manifestando la trascendenza e il significato dell’atto in cui un re temporale riconosceva la regalità divina del Re dei Re. Si era compiuta la promessa fatta dal Signore al Beato Bernardo de Hoyos e, di fatto, quel “Regnerò in Spagna” era già una realtà, come si leggeva, scolpita nel piedistallo del monumento: “Regno in Spagna”.

Questa consacrazione della Spagna al Sacro Cuore di Gesù Cristo, non fu vista bene e fu oggetto di odio da parte della Massoneria che focalizzarono il loro obiettivo contro la monarchia e la Chiesa cattolica nonostante la popolazione spagnola fosse profondamente religiosa.

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